Raffaele Scala
Nato a Pozzallo l'11 Novembre 1812 ed iscritto fin dalla sua prima giovinezza alla Giovane
Italia, fu il capo del movimento patriottico locale e lottò contro l'oppressione
borbonica, mettendo a disposizione della causa i suoi velieri e i suoi beni personali:
mantenne inoltre continui contatti fra il movimento insurrezionale della zona e gli esiliati
a Malta, specialmente con Francesco Crispi e Nicola Fabrizi.
Sprezzante del pericolo e sempre pronto a difendere i princìpi della libertà ed il diritto
dei popoli alla loro indipendenza, partecipò assieme ad altri concittadini ai moti
siracusani dove si distinse per coraggio e per altruismo: individuato e ricercato dalla
polizia borbonica subì la confisca dei beni e fu condannato a morte in contumacia.
Nel frattempo egli aveva raggiunto gli altri esuli a Malta, dimostrandosi elemento prezioso
per le sue capacità di contattare anche dall'esilio i più qualificati rappresentanti del
Comitato Rivoluzionario di Modica.
Rientrò a Pozzallo al tempo dello Sbarco dei Mille, accolto dall'abbraccio affettuoso
di un popolo che vedeva in lui l'uomo coraggioso che mai aveva abbassato la bandiera
della libertà. Amato e stimato dalla sua gente, partecipò per lungo tempo alla vita pubblica
di Pozzallo, dove morì il 3 agosto 1883.