Villa Tedeschi
Alla periferia di Pozzallo, nel quartiere denominato Scaro, è situata la Villa
Tedeschi, acquistata dal Comune nel 1979. Originariamente la grande Villa, con tante
stanze, con i rustici per la servitù e con una cappella privata, sorgeva su una
collinetta degradante verso il mare, in mezzo al verde dei carrubeti e dei campi.
Attualmente l'imponente complesso architettonico confina per tre lati con gli edifici del
centro abitato, per l'altro si affaccia su una zona verde che lo separa dalle costruzioni
che si sono interposte tra la Villa ed il mare. Una residenza estiva, come tante altre
dell'area iblea, decorosa, elegante ma sobria, improntata ad un gusto che fa trapelare una
vita ordinata e scandita secondo regole di un'aristocrazia che vive con le risorse delle
proprie aziende agricole.
Nulla sappiamo sui tempi di Villa Tedeschi e sui progettisti. Un ingegnere o un architetto
della fine dell'800 o dei primi del '900 asseconda la tradizione delle brave maestranze
locali, senza lasciare correre però, senza farsi prendere la mano dalle tendenze a caricare
con motivi decorativi vistosi i dettagli delle modanature dei balconi e delle finestre, cura
la facciata con elementi geometrici e floreali stilizzati, quanto basta ad individuare
il rango aristocratico.
Il corpo centrale dell'edificio residenziale, a due piani, presenta la simmetrica
disposizione, ai lati del portale d'ingresso, di finestre e di balconi che si risolvono
in un lungo e lineare balcone al piano superiore. Lateralmente e nella parte posteriore
la simmetria, l'equilibrio ed il decoro fanno posto alla funzionalità degli ambienti interni
e le finestre ed i balconi sono disposti in modo irregolare.
La Cappella Gentilizia è disegnata dall'architetto Giovanni Raimondi che ha
voluto realizzare un'architettura dotta legata ad una moda cittadina (liberty). Sia l'interno
che l'esterno nei due prospetti sono curati in ogni dettaglio. Nulla è lasciato alla
dilettante mano degli scalpellini locali. Dai larghi e bassi stipiti scanalati ai capitelli
spiraliformi, dagli archi ribassati alle colonne, dalle sinuose inferriate alla porta in
legno, tutto ubbidisce a uno stile raffinato e lontano, diverso da un linguaggio accademico
in uso in tante altre realizzazioni architettoniche.
Una cappella senza compromessi con la tradizione locale, indizio di un committente
aperto al nuovo, al moderno. Le maestranze locali, forse senza accorgersene, hanno
contribuito a fare un'opera valida nella composizione geometrica dei pavimenti negli
spazi esterni.